Muretti scrostati,
bouganville,
salsedine sul viso,
sabbia tra le dita,
pelle che scotta,
tramonti sul mare,
stelle cadenti,
limoni tondi e pieni come il sole d’agosto,
friselle con pomodorini,
stelle marine,
schiuma di mare.
Mi dondolo trascinata dalla marea tra queste visioni-apparizioni, così si mischia quello che è ora a quello che è stato un tempo.
E così ripenso alle estati passate qui a Procida, a quel desiderio che si spalanca nelle sere d’estate, quando le case hanno le finestre aperte e nell’aria rimangono sospese le voci, le musiche, gli echi dei giochi sulla spiaggia.
Penso a quella “smania” impazzita come l’ago di una bussola, che rimescola ricordi d’infanzia e altre vite possibili.
Ripenso ai primi baci sui muretti scrostati dal sole, alle cene tutti insieme, illuminati dai lumini di citronella, alle granite prese al chiosco, alle spalle scottate dal sole…e ritorna una sorta di nostalgia per quella spensieratezza, quell’abbandono al fato, quel senso d’indicibile urgenza di vivere.
Sebbene sia stato un tempo di fragilità, malgrado la fame di risposte, alcune non ancora trovate, rimane così, un tempo sospeso, una piccola boa in mezzo al mare, una tappa, una danza, un mulinello.
Se la rosa dei venti ci indicasse la direzione esatta dove andare, non ci sarebbe gusto a sbagliare e cambiare direzione!
Oggi la bambina-ragazza che son stata fa rumore dentro di me, l’ho rincontrata, l’ho abbracciata e ha lasciato spazio a una nuova parte di me.
Ora son qui di nuovo, con qualche filo bianco tra i capelli e le maniglie dell’amore che ancora non si sgonfiano, perché a dieta proprio non mi va di stare!
Sorrido pensando a come cambiano le cose, quale altra boa segnerà il confine tra il mare aperto e quello già solcato.
Guardo Diana con gli occhi felici, che riflettono il mare, e mi godo la mia granita di caffè.
💓